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L' Inghilterra imperialista

Tra la fine dell’800 e l’inizio del 900 l’Inghilterra, insieme ad altri paesi industrializzati come Francia, Germania e Olanda, conquistarono vasti territori in Asia.

Questo periodo storico è definito imperialismo che era una forma di occupazione e sfruttamento dei territori, attraverso la forza, a danno dei popoli autoctoni, ritenuti arretrati o selvaggi.

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Piramide sociale indiana

L'India prima dei Britannici

Nel 700 l’India era divisa in oltre 500 Stati, con più di 30 lingue parlate e due religioni praticate, induismo e islamismo, e tutto questo provocava rivalità.

La società era divisa in caste che erano gruppi chiusi e separati l’uno dall’altro.

Una persona ne faceva parte per tutta la vita, senza possibilità di cambiare. 

Sopra tutti c’era la casta dei bramini, i sacerdoti; alla base i paria, gli intoccabili, che facevano i lavori umili ed erano considerati “impuri”.

Le donne, di qualsiasi casta, non avevano alcun diritto perché erano considerate inferiori all’uomo.

L'imperialismo britannico

Inizialmente e fino a metà 800, l’Inghilterra controllò l’India attraverso la Compagnia inglese delle Indie Orientali, che distrusse le economie locali e sfruttò il territorio, creando una totale dipendenza economica dell’India verso la madre patria.

Gli Inglesi introdussero la monocoltura, in particolare piantagioni di tè e di cotone ed esportarono enormi quantità di beni e di alimenti che costavano molto meno rispetto ai prodotti locali.

Nel 1876, però, avviene un cambiamento importante: la regina Vittoria viene proclamata imperatrice dell’India e, da quel momento, gli Inglesi la vorranno trasformare in una seconda Inghilterra imponendo la lingua inglese, costruendo edifici in stile inglese ma, soprattutto, trattando gli indiani come servi.

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Simbolo della Compagnia delle Indie

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